L’evoluzione della chirurgia ossea ricostruttiva è stata caratterizzata da una ricerca costante della mini-invasività degli interventi e la riduzione dei tempi di guarigione. Da otre vent’anni si utilizzano osso autologo e biomateriali per la rigenerazione dei mascellari a scopo parodontale, perimplantare, preimplantare.
Processo degenerativo dei mascellari
La perdita precoce dei denti induce un accelerazione dei processi degenerativi e le mascelle si riducono di dimensioni, processo che viene comunemente definito come “riassorbimento del processo alveolare-basale“. Il processo di riassorbimento è contestualmente accompagnato da una riduzione della densità causata dalla perdita delle sollecitazioni funzionali trasmesse dai denti naturali. Il rapporto tridimensionale risulta quindi sfavorevole per l’inserimento di impianti endossei e quindi si dovrà pianificare la riabilitazione con previa ricostruzione dei mascellari.
Rigenerazione ossea guidata (ROG)
L’utilizzo di osso autologo, ossia il materiale osteogenetico prelevato dallo stesso paziente, rappresenta il gold standard nella ricostruzione dei mascellari. Questo materiale è l’unico in grado di produrre la neogenesi ossea, differenza fondamentale con i biomateriali (sostituti ossei) che possono stimolare la neogenesi ossea nella sede ricevente e di formare strutture di sostegno (scaffold) che poi verranno invase dall’osso del paziente.
I biomateriali quindi presentano proprietà osteoinduttive e osteoconduttive, presenti anche nell’osso autologo ma con il vantaggio di ridurre il tempo chirurgico e l’invasività dell’intervento.
La ricostruzione tridimensionale dell’osso deve essere realizzata in modo da poter poi inserire l’impianto . Dopo l’esame radiologico tridimensionale, si deve calcolare altezza,spessore della cresta per la scelta individualizzata dell’impianto. Nel caso di osso rigenerato si prediligono impianti con stabilità primaria aumentata e con tecnica di infrafresaggio (ottimale per osso tipo III/IV).
Limiti delle tecniche rigenerative ossee dei mascellari
La restitutio ad integrum ossia il pieno recupero morfologico di un tessuto dopo un processo patologico, è possibile con le tecniche chirurgiche attuali ma esistono degli assiomi da seguire per poter realizzare in modo corretto il trattamento:
- Il materiale innestato necessita di un apporto vascolare proveniente dalla sede ricevente
- L’innesto deve rimanere immobile e perfettamente stabile in situ
- Il lembo deve presentare una chiusura ermetica primaria passiva quindi esente da tensioni della sutura
Queste semplici regole sono la base di una corretta e predicibile rigenerazione dei tessuti e quindi semplifica anche i criteri d’esclusione dei pazienti in cui non è consigliabile realizzare trattamenti chirurgici di osteo-rigenerativa. Per esempio non si dovrebbero trattare con queste tecniche i pazienti che presentano:
Paziente polimedicato dai valori sanguigni alterati
- Gravi patologie scompensate
- Malattia neoplastica maligna non trattabile
- Trattamento di radioterapia del distretto cervico-facciale
- INR>3,5
- Immunodeficienze
- Cirrosi epatica
- Insufficienza renale
- Malattie mentali o gravi disturbi psicologici.
- Malattie neurologiche gravi
- Uso di sostanze stupefacenti
- Fumatori che superano le 15\20 sigarette al giorno
Gli impianti dentali necessitano di basi ossee stabili e assicurare che la corona non superi le dimensioni dell’impianto. La corretta valutazione del paziente con dati anamnestici, condizioni mediche generali e misurazioni radiologiche tridimensionali assicurano la predicibilità ai pazienti che sono sottoposti a interventi di chirurgia osteo-rigenerativa.